giovedì 23 febbraio 2012

Un bidone della spazzatura occupa lo scivolo per i disabili

Da circa una settimana rende vano l'utilizzo dello scivolo. Quando verrà tolto da lì?


Gli scivoli per permettere un passaggio efficace alle carrozzella dei disabili puntualmente occupati dalle automobili in sosta a Bari ormai non fanno più scoop. Sembra inevitabile che nove scivoli su dieci non debbano essere lasciati liberi all’ accesso. In tal modo si costringe la carrozzella ed effettuare manovre scomode.
Non è uno scoop, ma questo segno di inciviltà va denunciato sempre: prima di accertarmi per la stesura di questa notizia stamattina mi sono recato nuovamente al posto incriminato con la speranza che lo scenario (soprattutto per uno scivolo occupato da un bidone della spazzatura) visto esattamente lo scorso giovedì 16 febbraio, a distanza di una settimana circa, fosse cambiato. Ma niente da fare.
Il bidone è situato tra via Abate Gimma e via S.Visconti
La scorsa settimana, infatti, rincasando, intorno alle 22.30, ho incontrato un mio amico fermo sulla strada tra via Calefati e via. S. Visconti (in centro città) in attesa che arrivasse una pattuglia della polizia municipale a cui aveva segnalato la sosta delle auto su tutti gli scivoli presenti agli angoli delle strade vicine. Incontrandolo, il mio amico mi ha fatto notare che tutti gli scivoli presenti tra via Calefati e via S.Visconti e quest’ultima con via Abate Gimma erano occupati dalle automobili. Nella zona si ne trovano ben 7. E tutti bloccati. Inoltre, le auto non sembravano ferme in sosta temporanea, magari con le frecce lampeggianti accese o un conducente alla guida pronto a lasciar libero i passaggi (solo per una divagazione tollerante). Piuttosto erano parcheggiate come un posto auto qualsiasi.
A stupire me e soprattutto il mio amico che attendeva l’arrivo della polizia municipale già da 15-20 minuti non erano solo queste automobili “incivili”. Lo scivolo che si trovava tra via S.Visconti e via Abate Gimma, nei pressi di un negozio di antiquariato era occupato nel centro preciso dell’accesso da un bidone della spazzatura contornato da numerosi cartoni che i negozi lasciano a fine giornata lavorativa. Insomma tutto la zona dello scivolo era occupata da immondizia. Certamente i nuovi scivoli progettati dal Comune tolgono spazio ai posti auto, ma occorre anche un buon senso cittadino a lasciar libero quell’accesso. Se poi ci si mette anche un bidone della spazzatura, allora per le carrozzelle è un’avventura camminare per Bari. Gli operatori dell’Amiu, se proprio andavano di fretta, potevano posizionarlo anche qualche metro prima dello scivolo, no?
Nonostante la segnalazione del mio amico alla “municipale” che aveva rassicurato il più presto possibile di giungere in zona, all’angolo opposto dello scivolo occupato dal bidone sostava l’auto dei carabinieri i quali chiacchieravano con altra gente, senza accorgersi dell’ingorgo creato sugli scivoli (ed il mio amico vedendoli arrivare ha fatto notare la situazione).
Avrei dovuto scrivere questa notizia il giorno seguente a quella serata. Invece sono costretto ad appuntare, a distanza di una settimana, ancora la presenza del bidone della spazzatura su quello scivolo. Evidentemente i richiami del mio amico non sono serviti a nulla. Come al solito.
Al di là del mio ritardo nella pubblicazione di questa denuncia….quando l’Amiu, il Comune o chi per esso, toglierà quel muro bianco e azzurro dallo scivolo dei disabili?
Lo ricordo: è situato nei pressi di un negozio di antiquariato all’angolo tra via S.Visconti e via Abate Gimma.


Luigi Laguaragnella

domenica 8 gennaio 2012

La solidarietà infangata dal Corriere del Mezzogiorno

ALCUNI GIORNALISTI...CI HANNO ROTTO LE SCATOLE...

Nel giorno dell'Epifania il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo basato su pregiudizi e infondatezze, che merita di essere gettato tra i cartoni. Una foto a dei cartoni di Aiuti Ue, infatti, denunciava un ipotetico traffico di alimenti che invece di essere destinati agli indigenti era gestito illegalmente dalla chiesa (così è citata nell'articolo) o dalle salumerie vicine. Beh la redazione del Corriere ha messo su un' autentica farsa che va a ledere l'onesta dei volontari della Parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco e anche di quei commercianti che lavorano onestamente. Con quest'accusa gratuita chi viene leso nell'immagine è chi fa della gratuità del tempo verso il prossimo uno stile di vita. Comunque questa è la menzogna scritta dal Corriere non si comprende a quale fine: 


E questa è la risposta a nome della Parrocchia e dei volontari che trascorrono il loro tempo a servizio degli altri:

Non tutto può essere creato per fare notizia. E ci sono notizie da buttare nella spazzatura. Proprio quella spazzatura che ha lasciato insinuare enormi falsità alla redazione del Corriere del Mezzogiorno di Bari. Prima di scrivere determinati articoli come quello intitolato “Scatole di aiuti umanitari per strada. E’ giallo: indaga la guardia di Finanza” (pubblicato sul sito del Corriere del 6 gennaio 2012) soprattutto per lanciare infondate e maligne insinuazioni su coloro che davvero lavorano gratuitamente e credono nel puro volontariato, giornalisti professionisti, addetti ai lavori e fotografi dovrebbero accertarsi precisamente sulle fonti prima di stendere una notizia nero su bianco.
Avendone permessi e requisiti è richiesta loro maggior attenzione e non ansia di prestazione da scoop.
Scoop che i fatti dimostrano il contrario se solo i redattori del Corriere del Mezzogiorno si mostrassero maggiormente giornalisti sul campo. In fondo la redazione non si trova distante dalla parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco o da quel fatidico cassonetto di via S. Visconti in cui qualche giorno fa sono stati buttati cartoni con la scritta «Aiuto Ue, prodotto non commerciabile» e che il giornalista Nico Lorusso ha fotografato e Valentina Marzo ne ha scritto un articolo percependo addirittura un giallo di traffico di alimenti nelle salumerie circostanti o nella chiesa. Tutto falso e senza un solo indizio corretto.
Prima di entrare nei dettagli precisiamo quella frase scritta in grassetto proprio sul sito del Corriere: Nei giorni tra Natale e Capodanno la chiesa potrebbe aver distribuito cibo e bevande a quanti ne hanno bisogno.
Dispiace dover correggere il vostro lavoro che pure richiede se non estrema precisione, perlomeno un margine di sensibilità, ma tra Natale e Capodanno la chiesa HA distribuito cibo e bevande a quanti ne hanno bisogno.
I redattori dovrebbero informarsi maggiormente sulla presenza nel territorio del “Centro d’ascolto don Pietro Mercurio” della parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco che assiste numerose famiglie indigenti soprattutto del quartiere Libertà. In parrocchia si trova la sede In.con.tra. quella celebre associazione, ormai, che ogni sera si impegna a garantire un pasto caldo ai senza fissa dimora nei pressi della stazione. Come non lo sapete? Eppure voi giornalisti dovreste esserne a conoscenza con tutte le iniziative cittadine che In.con.tra. organizza per sensibilizzare al servizio gratuito di volontariato.
I giornalisti del Corriere dovrebbero informarsi meglio sull’operato della parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco, che forse neanche sapevano dell’esistenza, menzionandola nell’articolo solo come “chiesa”.
Eppure la parrocchia stessa in prima fila con il Centro d’ascolto, si adopera per promuovere e far conoscere le sue iniziative di solidarietà, come l’Avvento di Carità. Agisce sempre nella trasparenza per chiedere aiuto alla cittadinanza e offrire agli assistiti qualcosa di più oltre a cibi e bevande che giungono, come di consueto, dal banco alimentare. Si tratta di iniziative, tra l’altro pubblicizzate sul web e a tutta la comunità parrocchiale. Quando si dice “chi cerca trova”. Ai tempi di internet, dei giornalisti potrebbero anche smanettare meglio la rete e troverebbero utili approfondimenti.
Possono dei cartoni vuoti suscitare dubbi? Non sarebbe bastato indagare e approfondire in prima persona magari andando proprio a ricercare tra gli scaffali dei negozi dei dintorni pasta, formaggi e tutti i fantomatici alimenti con il marchio Aiuto Ue oppure rivolgendosi alla parrocchia, non distante dal cassonetto sciogliendo ogni tipo di pregiudizio?
Addirittura, da qualcuno misterioso, è stata chiamata la guardia di Finanza per indagare sull’effettiva legalità della provenienza e destinazione dei cibi. Creando i presupposti di un vero giallo, che per dispiacere di alcune testate giornalistiche, sono stati tutti smontati. In questi giorni la parrocchia ha ricevuto questi controlli per la soddisfazione (?) di questo qualcuno.
Il vero giallo è come una foto a dei cartoni vuoti posizionati vicino l’immondizia faccia scaturire fantasie giornalistiche. Il giallo è che si debba obbligatoriamente scrivere senza certezze dei fatti, sminuendo il lavoro di numerosi volontari che quotidianamente si impegnano per compensare i vari disagi sociali. Però quando si tratta di scrivere articoli sul volontariato cittadino alla presenza delle istituzioni, i giornalisti sono i primi a segnalare le parole e i meriti dei volontari. Incoerente come atteggiamento. E soprattutto non si capisce il motivo per il quale il giallo debba essere attribuito alla parrocchia.
E’ un giallo già sbiadito perché i controlli dei finanzieri tanto acclamati sono stati effettuati e nella parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco non è stato ritrovato nulla di illecito.
Questi sarebbero i cartoni del reato da cui infangare il servizio onesto di numerosi volontari?
Quei cartoni fortunatamente erano vuoti perché il contenuto è stato distribuito alle famiglie indigenti, ma sono stati riempiti da tante parole false. Certamente scrivere per il Corriere del Mezzogiorno sarà gratificante, ma richiama ad una maggior presa di responsabilità, perché non sempre il vantaggio di scrivere per quotidiani affermati debba assumere ogni notizia come oro colato.
Addirittura per costruire la notizia dei cartoni “Aiuti Ue”, oltre a ipotizzare il coinvolgimento delle salumerie e supermarket, si è voluto ricongiungere la farsa alla questione degli aiuti umanitari in Kosovo nel 1999. Dove sarebbe il filo conduttore con questi cartoni fotografati?
E poi non è  difficile associare l’effettivo utilizzo del contenuto dei cartoni vuoti depositati nei pressi di un cassonetto ubicato sulla strada di una parrocchia; collegando la realtà del contesto non dovrebbe essere complicato giungere alla conclusione che il contenuto sia stato utilizzato per un servizio di volontariato, trovandosi vicino ad una chiesa …
Sembra che qualcuno cerchi la visibilità scrivendo determinate falsità, davvero di difficile interpretazione perché non si capisce se dietro tutto ciò si nasconde qualcuno che si diverte a gettare nel ridicolo il valoroso, onesto e sobrio impegno dei volontari. Volontari, che nonostante polveroni e ipotetici casi gialli da 007, continuano e tentano di colorare la vita di molte persone, in quel silenzio che però, come è scritto nel Vangelo “il Padre che vede nel segreto ricompenserà”.


Luigi Laguaragnella


sabato 7 gennaio 2012

SABATO 14 GENNAIO 2012 ORE 17 

NEL SALONE PARROCCHIALE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE IN SAN ROCCO 
CONFERENZA SUL TEMA:


IMMIGRAZIONE ED INTEGRAZIONE
senza una degna accoglienza può esserci una degna convivenza?


Interverrà DON ANTONIO SCIORTINO 
direttore di Famiglia Cristiana ed autore del libro 
Anche voi foste stranieri





Due Italie si contrappongono a torto o a ragione. C'è chi soffia sul fuoco, alimentando paure e tensioni ... e chi capisce che una soluzione va trovata nell'accoglienza e nella legalità.
I cittadini baresi da che parte stanno?

... a questo proposito non le sarà ignoto che Bari vive un “problema” di integrazione plurietnica, il popolo barese avverte la presenza di alcune comunità africane – mauriziani, eritrei, somali, nigeriani, ormai radicatesi sul nostro territorio, come una minaccia schiacciante e dal punto di vista del lavoro (che essi sembrano sottrarci) e da quello sociale (data l’opinione comune che si tratta di gente malavitosa)... siamo una Congregazione missionaria e pertanto il taglio pastorale che diamo alla nostra comunità parrocchiale vuole essere di questo stampo, vale a dire una evangelizzazione che tenga conto della cultura e della realtà vissuta dei suoi destinatari....

TUTTI SONO VIVAMENTE INVITATI A PARTECIPARE




mercoledì 30 novembre 2011

 Centro d'ascolto "Don Pietro Mercurio"
AVVENTO DI CARITA' 2011


...Opera il bene ovunque, affinché chiunque possa dire: "Questo è un figlio di Cristo"...
(dai pensieri di San Pio da Pietrelcina)


Gli operatori del Centro di Ascolto "Don Pietro Mercurio", in prossimità del Santo Natale, rinnovano l'iniziativa di solidarietà per le famiglie in difficoltà della Parrocchia

- 1bottiglia da litro di olio di oliva (non olio di semi)
- 2 kg di pasta (formati diversi e non pasta fresca)
- 1 kg di farina
- 1 passata di pomodoro o 1 un 


barattolo di pomodori pelati da 1kg
- 2 confezioni di legumi (lenticchie, ceci o fagioli)
- 1 confezione di tonno
- 2 litri di latte intero a lunga conservazione
- 1 kg di zucchero
- 1 pacco di caffè
- 1 busta di biscotti o merendine
- 1 panettone o 1 pandoro

E' opportuno far pervenire il "pacco dono" in Parrocchia entro e non oltre 
DOMENICA 11 DICEMBRE 2011.
Si ringrazia anticipatamente per la generosità e la fiducia  che vorrete accordare.



...Se non avessi raccolto quella prima persona, nessuna della migliaia, dei milioni che sono seguiti, sarebbe stato aiutato. Ci deve sempre essere un "primo passo" in qualsiasi viaggio...
(dai pensieri di Madre Teresa di Calcutta)

sabato 1 ottobre 2011

"CONSAPEVOLEZZA DI UNA COMUNITA'"
dall'Omelia di don Benedetto cpps del 28 settembre 2011 
durante la celebrazione per l'inizio dell'attività pastorale

"C'era un uomo, che aveva inventato l'arte di accendere il fuoco. Prese i suoi attrezzi e si recò presso una tribù del nord, dove faceva molto freddo, davvero molto freddo. Insegnò a quella gente ad accendere il fuoco. La tribù era molto interessata. L'uomo mostrò loro gli usi per i quali potevano sfruttare il fuoco, cuocere il cibo, tenersi caldi, ecc. Quelle persone erano molto grate all'uomo per quanto era stato loro insegnato sull'arte del fuoco, ma prima che potessero esprimergli la propria gratitudine, egli era scomparso. Non gli importava ricevere il loro riconoscimento o la loro gratitudine: gli importava il loro benessere.
Si recò in un'altra tribù, dove nuovamente iniziò a dimostrare il valore della sua invenzione. Anche quelle persone erano interessate, un po' troppo, però per i gusti dei loro sacerdoti, che iniziarono a notare che quell'uomo attirava la gente, mentre essi stavano perdendo popolarità. Così decisero di liberarsene. Lo avvelenarono. lo crocifissero o quello che volete. Ora, però, temevano che la gente si rivoltasse contro di loro e così fecero una cosa molto saggia, persino astuta. Sapete cosa? Fecero eseguire un ritratto dell'uomo e lo montarono sull'altare principale del tempio. Gli strumenti per accendere il fuoco furono sistemati davanti al ritratto e la gente fu invitata a venerare il ritratto e gli strumenti del fuoco, cosa che fece ubbidientemente per secoli. L'adorazione e il culto continuarono, ma non fu mai usato il fuoco.
Dov'è il fuoco? Dov'è l'amore? Dov'è la droga estirpata dal sistema? Dov'è la libertà? La spiritualità riguarda proprio questi interrogativi. Purtroppo però tendiamo a perderla di vista.
Gesù Cristo parla proprio di questo. Ma noi abbiamo enfatizzato troppo il "Signore, Signore", non è vero?
Dov'è il fuoco? E se l'adorazione non conduce al fuoco, se il culto non conduce all'amore, se la liturgia non conduce a una percezione più chiara della realtà, se Dio non conduce alla vita, a cosa serve la religione se non a creare un maggior numero di divisioni, fanatismi, antagonismi?
Il mondo non soffre della mancanza di religione nel senso comune del termine, ma della mancanza d'amore, della mancanza di consapevolezza. L'amore è generato dalla consapevolezza e da null'altro. Capite gli ostacoli che ponete sulla strada dell'amore, della libertà e della felicità ed essi cadranno. Accendete la luce della consapevolezza e le tenebre si dilegueranno.
La felicità non è qualcosa che si acquisisce; l'amore non è qualcosa che si produce; l'amore non è qualcosa che si ha: l'amore è qualcosa che possiede noi. Voi non possedete il vento, la pioggia, le stelle. Voi non possedete queste cose: le subite. E la resa avviene quando si è consapevoli delle proprie assuefazioni, quando si è consapevoli dei propri desideri e dei propri timori.
La comunità non è generata da celebrazioni liturgiche congiunte. Voi sapete nel profondo del vostro cuore, così come lo so io, che certe celebrazioni servono solo per riscoprire le differenze. La comunità si crea con la comprensione degli ostacoli che poniamo sulla strada della comunità, capendo i conflitti che sorgono dai nostri timori e dai nostri desideri. Solo a quel punto nasce la comunità. Dobbiamo sempre stare attenti a non rendere il culto semplicemente un ennesimo elemento di distrazione dall'importante compito di vivere.
E vivere non significa lavorare nel governo o essere un grande uomo d'affari o fare grandi atti di carità. Quello non è vivere. Vivere è lasciare cadere tutti gli ostacoli e vivere nel presente con freschezza. "Gli uccelli del cielo...non faticano nè filano", questo è vivere."

(Messaggio per un'aquila che si crede un pollo - Anthony De Mello)

giovedì 22 settembre 2011

OCCHIO ALLA PARROCCHIA ESTIVO

Scusandoci per non aver pubblicato l'ultimo numero di Occhio alla Parrocchia prima delle vacanze, ne riportiamo nel seguente post alcuni articoli interessanti, soprattutto per mantenere un filo conduttore con il nuovo anno pastorale che sta per iniziare



-Lente d'ingrandimento su- Rimani nel Suo Amore, metti in valigia 
la vera gioia

di Marilina Pesce
Scuole chiuse, uffici e negozi in pausa: ecco la fotografia dei mesi caldi che ci attendono. Una pausa dalle attività quotidiane che diventa motivo di relax e di gioia; una pausa desiderata e meritata che cambia abitudini e ritmi delle nostre giornate. Diamo al nostro corpo il riposo che merita! Tutti d’accordo. E se nel contempo sfruttassimo la ghiotta occasione per testimoniare al mondo che non c’è gioia senza di Lui? Sarebbe perfetto. La dura realtà ci fa assistere al triste atteggiamento di chi mandato in ferie dal capo, si sente in diritto di mandare in ferie il Signore (inutile nasconderci il dato più sconcertante e altrettanto tangibile che ci fa assistere alla quasi totale assenza dei più piccoli a Messa appena terminato l’anno catechistico). Allora chiediamoci: c’è gioia in questo? Può veramente la nostra vita reclamare una pausa dalla vita del Cristo e della Chiesa? E’ bello poter rispondere con le parole di Gesù, che possono diventare per noi il motto di questa estate: “Rimanete nel mio amore (…).  Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. In fondo tutti non aspettano altro dalla vita in genere e, dunque, anche da questa estate; è la gioia quella che desideriamo ed è giusto che sia così. Ma è altrettanto giusto ricordarci e testimoniare – la festa di Pentecoste in chiusura dell’anno comunitario ha rinvigorito il dovere missionario dei cristiani – che senza la sua gioia, saremmo ben poca cosa. Ma cos’è questa gioia della quale ci parla Gesù? Egli dice “rimanete nel mio amore”, la gioia che proviene dal Cristo si identifica dunque solo e soltanto con l’amore. La religione cristiana è la religione di un Dio che si dà, che si comunica alla sua creatura. Non può essere una religione triste, non lo è perché Dio è vita ed è la vita che dà al mondo. Non offendiamo il Signore relegandolo ad una parte dell’anno quasi trattandolo come fosse un dovere, non crediamo di poter trovare gioia lontano da Lui. Tutto ciò che di bello e buono vivremo in questi mesi estivi è dono suo, per questo ancora di più sarà stupendo restare ancorati alla sua Parola e nutrirci del suo Corpo, perché il ringraziamento si faccia presente nei nostri giorni. Vivere nell’amore sempre: questa è la vita dei cristiani, ma forse a questi cristiani si parla troppo poco di una gioia che non è solo promessa ma è già realizzabile qui, che non è crearsi perché già esiste, è Dio e Dio è l’Amore. E allora non possiamo lasciare a casa Gesù, come fosse quel superfluo che in vacanza non ci servirà. Lasciare che Gesù venga con noi è mettere in valigia la vera gioia. L’identificazione tra gioia e amore non è qualcosa di estraneo all’uomo; tutti se tocchiamo l’amore proviamo gioia. Ma se c’è amore significa che c’è un altro, sia esso colui che ama, sia esso colui che è amato. Di certo non possiamo stare soli, né porre limiti di nessun genere all’amore che per sua natura è infinito. Quindi è sacrosanta l’esigenza di ciascuno di noi di “andare in ferie” con tutto ciò che questo comporta ma è un diritto lecito e accordato dal Signore solo se non sfocia in egoismo, in amor proprio, in chiusura. Il cristiano non timbra il cartellino, il cuore dei figli di Dio non chiude mai per ferie. Né le mille esigenze dei fratelli nel bisogno sanno andare in letargo. E allora lì dove non potremo proprio arrivare con le nostre mani e i nostri piedi, non dimentichiamo di avere un tesoro potente ovunque quest’astate ci porterà. E’ nella preghiera che ci ritroveremo tutti, nella preghiera che è il respiro stesso del cristiano teniamo in vita una realtà che non ha limiti temporali né geografici, teniamo in vita i nostri rapporti fraterni, tasselli di un mosaico chiamato gioia.  


-Looking around- L'importanza del Referendum

di Adriano Paduano
Il 12-13 giugno i cittadini italiani sono stati nuovamente chiamati alle urne. Dopo le elezioni amministrative che hanno coinvolto alcune tra le principali città del nostro paese, è toccato al Referendum 2011. Un Referendum nel quale bisognava rispondere a quattro quesiti molto importanti: due riguardavano la privatizzazione della rete idrica, uno alla possibilità di costruire centrali nucleari nel nostro paese e l’ultimo che invece era legato al “legittimo impedimento” per il Presidente del Consiglio ed i Ministri.
Come per ogni votazione, la campagna elettorale è stata come sempre ricca di spunti e scontri tra le diverse parti politiche: chi è sceso in piazza ed ha urlato a gran voce di andare a votare e di rispondere sì ai vari quesiti (portando, così, l’abolizione delle suddette norme), c’è invece chi ha cercato di smorzare l’entusiasmo di questo Referendum invitando i cittadini a non andare a votare e rimanere in casa o “andare al mare”. Questo era il nodo principale di questo Referendum. Più che il dubbio tra sì e no, è subentrato il dilemma tra “quorum o non quorum?”. È storia recente che, nelle ultime votazioni referendarie non si sia raggiunto il quorum ovvero la metà più uno degli aventi diritto al voto necessaria per la rendere valido il referendum in questione.
Alla fine delle votazioni, dopo sedici anni, il quorum è stato raggiunto ed a prevalere è stato il sì. Anche se il primo obiettivo è stato quello decisivo visto che era inevitabile che, con il raggiungimento del quorum, la vittoria sarebbe andata al sì dopo che la campagna elettorale dei vari partiti politici si era direzionata in questo modo: chi voleva dire no, semplicemente avrebbe evitato di andare alle urne. Un traguardo importante ed un nuovo segnale dato dal popolo italiano alla politica attuale, a prescindere dai partiti, che vuole essere partecipe e decisivo nelle decisioni importanti che riguardano il nostro paese.
È stata una vittoria schiacciante quella dei sì. Lo dicono i numeri: oltre il 95% dei voti per ognuno dei quattro quesiti. Un vero e proprio plebiscito. Ovviamente a seguito del risultato di questo referendum è scattato immediatamente il dibattito politico con l’opposizione a festeggiare per il grandioso risultato ottenuto e i partiti di governo a riflettere sulla seconda sconfitta consecutiva in campo elettorale dopo le amministrative di maggio. Chiaramente molte delle argomentazioni in questione erano legate al rapporto del paese con il Presidente del Consiglio Berlusconi e sul fatto che il popolo fosse stanco di tutte le vicende extra-politiche che hanno visto coinvolto quest’ultimo ma anche della cattiva gestione del governo dello stesso Berlusconi. Per l’opposizione, dunque, una presa di posizione forte contro il massimo esponente politico del paese. In realtà, mai come in questa occasione, sembra proprio che il popolo italiano ci tenesse a dare la sua opinione su quesiti tanto importanti. Perché l’acqua è un bene comune e non è stato ritenuto giusto che finisse nelle mani dei privati. Perché le centrali nucleari sono pericolose soprattutto in un paese fortemente sismico come l’Italia e non è stato ritenuto giusto costruire questi impianti per rischiare una nuova Fukushima. Perché la legge, secondo gli italiani, deve rimanere uguale per tutti.
Il raggiungimento del quorum e la conseguente vittoria del sì è stata anche l’affermazione di un nuovo modo di fare campagna elettorale, un nuovo modo di informare la gente. È stata la vittoria di internet e dei social network. Le notizie in rete ed il “passaparola” con annessa campagna di sensibilizzazione al voto di Facebook e Twitter sono stati determinanti per l’esito di questa votazione. A dimostrazione, una volta di più, del grande potere di queste risorse se ben sfruttate dal sistema e dai cittadini. Strumenti, quelli dei social network, che saranno sicuramente determinanti anche nelle prossime tornate di elezioni.
Ciò che più emerge da questo voto, al prescindere dall’esito finale che può accontentare o scontentare a seconda della propria ideologia, è una ritrovata fiducia della gente verso il diritto di voto. Unica espressione della gente di far sentire ufficialmente la propria voce alle istituzioni. Un diritto quest’ultimo, troppo spesso smarrito a causa della sfiducia verso il sistema istituzionale del nostro paese a prescindere dai colori politici. Una fiducia che è anche un buon auspicio per il futuro perché l’Italia, ricordiamolo sempre, è della gente e tutto il mondo della politica deve ricordare chi essi rappresentano e quello che davvero vuole il popolo. Questo referendum ha tutta l’aria di un nuovo inizio e solo il futuro potrà dirci dove questo porterà il nostro amato paese.


-Noi comunità- Come pietre vive: la veglia di Pentecoste diocesana

di Luigi Laguaragnella
La Pentecoste è un’importante festa della Chiesa. Attraverso il dono dello Spirito Santo i cristiani, convinti della loro fede, portano il messaggio di Cristo in tutto il mondo. E’ opportuno festeggiare la Pentecoste in modo adeguato e per alcune coincidenze di calendario si è fatta coincidere la Giornata Diocesana della Gioventù 2011 alla presenza dell’arcivescovo Francesco Cacucci.
L’11 giugno, all’arena della Pace all’esterno dell’Ipercoop di Japigia, infatti si è celebrata una solenne veglia seguita dal mandato ai partecipanti della prossima Gmg di Madrid in agosto e un momento di festa.
Dopo l’accoglienza delle parrocchie della Diocesi di Bari-Bitonto, i giovani si sono riuniti insieme al vescovo per celebrare questa veglia di Pentecoste vissuta in un clima di preghiera assiduo, intervallato dai segni dell’olio e del fuoco presentati da giovani ballerini.
Molto atteso era il discorso del vescovo Francesco Cacucci che ha preparato a  vivere con intensità la domenica di Pentecoste. Commentando la lettera di San Pietro apostolo in cui è scritto “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale” ha parlato della parrocchia intesa come casa in continua costruzione (dal greco paroechia, che significa aggregato di case). Ogni comunità infatti pur costruendo l’opera di Dio non giungerà mai a terminarla; essa, infatti, come ogni cristiano, deve sentirsi in continuo cammino. Come la parrocchia è una casa in perenne costruzione che probabilmente non vedrà mai il compimento definitivo, ogni suo componente deve vivere da pellegrino. Cacucci ha lanciato l’esempio dei pellegrini che per sola fede intraprendevano il cammino verso le terre Sante, durante il medioevo, senza la sicurezza di tornare indietro alle loro case, eppure con coraggio affrontavano duri viaggi, anche solo per devozione a Dio. Tutti noi, quindi, dobbiamo concepire maggior consapevolezza nel cammino, affrontare le situazioni della vita e della comunità sempre come piccoli mattoni che contribuiscono alla costruzione infinita dell’amore divino. La sicurezza che permette di avere coraggio e audacia nel percorso è data da Cristo, che come dice san Pietro è “una pietra d’angolo, scelta, preziosa, e chi crede in essa non rimarrà deluso”. L’arcivescovo questa volta utilizza l’immagine delle grandi basiliche che nel passato sono stare costruite per decenni da gente semplice che ancora una volta soltanto per fiducia ha contribuito alla costruzione senza mai, magari, aver visto il luogo di Dio terminato. Non occorre pensare a Dio come un luogo chiuso e prestabilito come delle volte possono essere le nostre chiese, ma basta avere la convinzione che Cristo è la nostra pietra angolare  che rende più agevole il cammino. Probabilmente si inciampa spesso su questa pietra, molti grandi personaggi della storia, come afferma l’arcivescovo Cacucci, sono caduti, ma è anche possibile pensare che l’amore di Dio per l’uomo sia talmente elevato che nella realizzazione finale del suo regno non escluda nessuno.
Per il vescovo è importante camminare, percepire di sentirsi in viaggio in una vita ricca di esperienze edificanti. E a fine celebrazione ha benedetto e pregato per i circa 400 partecipanti della Giornata Mondiale della Gioventù spagnola, tra i quali c’è egli stesso!

-Noi comunità- C'era una volta...prima di Madrid 2011

di Luigi Laguaragnella
Si può certamente affermare che ha segnato il cammino di un’intera generazione, trattandosi della ventiseiesima edizione che si svolgerà il prossimo agosto a Madrid. E se per la ventiseiesima volta i giovani da tutto il mondo si riuniscono attorno al Papa per la Giornata Mondiale della Gioventù, significa che “vecchi” giovani e “nuovi” giovani in fondo hanno Cristo come radice della propria vita. Chi ha già partecipato alla Gmg ne conserva un’emozione incredibile, altri, che approderanno in terra spagnola avvicinandosi per la prima volta, serbano nuovo entusiasmo. Tutti sono accomunati da un spirito gioioso perché la Gmg è l’incontro che conferma che stare vicini a Cristo e ai fratelli riempie il cuore di ogni emozione positiva, nonostante l’era del dilagare dei social network. La Gmg è uno stupendo evento  creato e voluto dal Beato Giovanni Paolo II, il quale da uomo sapiente ha sempre saputo guardare in prospettiva contribuendo a innovare il contesto contemporaneo; i giovani, appunto, hanno rappresentato questa speranza.
Giovanni Paolo II, proclamando l’Anno Santo Giubilare della redenzione, in occasione dei 1950 anni dalla morte e risurrezione di Cristo, nel 1984 crea un momento di preghiera per i giovani durante la domenica delle Palme in Piazza San Pietro e una via Crucis al Colosseo, a cui i giovani rispondono sorprendentemente all’invito. Durante questo raduno il Papa consegna ai giovani la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù. La grande partecipazione porta all’anno successivo, il 1985, dedicato dalle Nazioni Unite alla Gioventù, a definire la Giornata Mondiale della Gioventù ogni domenica delle Palme. Da questo momento in poi, ogni due anni la Gmg viene celebrata in diverse città del mondo attirando a sé milioni di persone. Nel 1987 ecco la prima Gmg oltre confine: a Buenos Aires in Argentina si riuniscono un milione di giovani a cui Karol Wojtyla dice che la Chiesa ha da dire tante cose alle nuove generazioni; nel 1989 la meta della Giornata Mondiale della Gioventù è Santiago de Compostela, ma dopo la caduta del muro di Berlino, il Papa non poteva  trasportare l’energia della Gmg nella sua Polonia proprio per dare un forte segnale di cambiamento del mondo dopo il tragico conflitto mondiale a causa del quale il popolo polacco ha subito innumerevoli sofferenze. A Czestochova un milione e mezzo di giovani accolgono il messaggio del pontefice a ricostruire il mondo senza divisioni, ma come casa comune. Il Papa raduna i giovani del mondo nei luoghi dove il bisogno del messaggio di Cristo è impellente; dopo le promesse di una ricostruzione dalla Polonia la Gmg del 1993 si celebra a Denver negli Stati Uniti, e Giovanni Paolo II esorta ad ascoltare la coscienza ad imparare ad accogliere Cristo per sé e per i fratelli. Si susseguono gli anni e gli avvenimenti storici, ma la Giornata Mondiale della Gioventù richiama sempre più giovani: a Manila nelle Filippine, nel 1995 sono quattro milioni i giovani che si radunano attorno al Papa. Si tratta di uno tra i raduni più numerosi della storia. Nel 1997 è la volta di Parigi e nel 2000 in occasione dell’anno Giubilare a Roma la Gmg viene organizzata nella capitale italiana. Due milioni di giovani fanno letteralmente festa vicini a Karol Wojtyla, il quale lascia in eredità uno stupendo testamento (nella pagina seguente è presentato il testo). Nel 2002 la Giornata Mondiale della Gioventù sbarca a Toronto in Canada e successivamente nel 2005, anno della morte di Giovanni Paolo II, il nuovo Papa Benedetto XVI continua la missione di portare Cristo ai giovani in Germania a Colonia. Sembra una coincidenza, la prima Gmg di Ratzinger nella sua nazione … L’ultima Gmg del 2008 è celebrata nel nuovissimo continente in Australia a Sidney e quest’anno a Madrid sono previsti circa 2 milioni di giovani provenienti da tutto il mondo. Si tratta di ventisei incontri della Gioventù tra quelli internazionali e diocesani, ma il richiamo e la sete della pace e dell’amore di Cristo, per i giovani non cambia. Probabilmente, oggi, la Gmg spagnola è più che mai importante considerate le problematiche che il nuovo millennio  ha portato con sé: carenza di ideali e valori, precarietà, paure di ogni genere, rapporti superficiali e virtuali; quella virtualità, però che sta già scatenando sul web l’attesa per questo grande evento, tanto da poter affermare che lo spirito della Giornata Mondiale della Gioventù già riunisce gruppi accumunandoli nella gioiosa attesa di questo evento. Quella di Madrid potrebbe essere la prima Gmg dove i nuovi media hanno contribuito ad organizzare. Nuovi media, nuove esperienze per tutelare e coltivare la stessa fede.  I giovani a Madrid sono chiamati ad essere responsabili e forti “radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”!


lunedì 1 agosto 2011

APERTI PER FERIE CON L'ASSOCIAZIONE IN.CON.TRA

200 pasti al giorno per i senza fissa dimora in agosto!


Dal 1 al 31 agosto nei saloni della parrocchia del Prez.Mo Sangue in San Rocco in via Putignani 237, l'Associazione In.con.tra, gruppo di volontariato che si occupa della distribuzione dei pasti e dell'assistenza ai senza fissa dimora della città da tre anni circa, ogni sera, alle 19, provvederà ad organizzare la mensa per tutte quelle persone bisognose che nei mesi estivi si ritrovano a vagare per le strade cittadine alla ricerca di un pasto, che in questo periodo difficilmente viene garantito essendo sospeso il consueto servizio della Caritas e delle realtà associative che durante l'anno sono attive.
In.con.tra invece, con il suo progetto estivo "Aperti per ferie", lancia una sfida contro il caldo e le ferie estive che svuotano i centri cittadini e con coraggio a grande spirito di volontà cercherà di sopperire all'emergenza pasti per i senzatetto della città anche in estate! E' nelle caratteristiche dell'associazione agire nella piena emergenza con i soli mezzi del volontariato e dell solidarietà della singola persona. 
Per trenta giorni le porte della parrocchia Prez.Mo Sangue in San Rocco nel quartiere Libertà saranno aperte a tutti coloro che vorranno collaborare e aiutare i volontari di In.con.tra per la distribuzione dei pasti ai senzatetto.
Nella conferenza stampa di questa mattina nel salone della parrocchia centro pulsante di questa grande iniziativa per la città di Bari, Gianni Macina, presidente di In.con.tra. ha presentato il progetto "Aperti per ferie", insieme all'assessore provinciale Fanelli e alla dirigente ai servizi sociali Lallone.
"Aperti per ferie" è un'iniziativa voluta da In. con. tra che con grande sforzo ha coinvolto le istituzioni dal comune alla Provincia. Il Presidente Gianni Macina, infatti, precisa che per la prima volta l'associazione può usufruire di contributi pubblici: la provincia ha dato 2800 euro per reperire tavoli e sedie di legno, mentre il comune contribuirà don 1500 euro l'acquisto di materiale usa e getta utile per la mena.
Ma soprattutto per la realizzazione di questo grande macchina solidale pronta a muoversi per il mese di agosto, Gianni Macina, a nome dell'associazione, ringrazia l'impegno di un'azienda di ristorazione che ogni giorno garantirà i primi piatti e inoltre si sta tentando di intavolare un discorso con la Coop. Mentre per il secondo e frutta si sta già provvedendo: il presidente sollecita a richiedere ai negozianti e a tutti i negozi di alimentari di poter donare la merce in esubero che comunque si crea a fine giornata lavorativa dal pane, alla frutta, agli inscatolati; invita tutta la cittadinanza ad attivarsi con i propri negozianti di fiducia soprattutto per diffondere il passaparola dell'iniziativa che se riscontrerà un discreto successo potrebbe rivelarsi una realtà nuova di sensibilizzazione. Ogni giorno verranno distribuiti più di 200 pasti per un totale di 6000 entro fine mese. Si parla di grandi cifre e quindi di grandi necessità da coprire e per questo è richiesto l'aiuto di quelle persone che possano dedicare parte del loro tempo a questa iniziativa. E anche perchè l'impegno dell'associazione non si limita al solo mese estivo, bensì a tutto l'anno e inoltre l'attività dei volontari non è soltanto distribuire o cucinare dei pasti, ma svolgono un vero e proprio centro d'ascolto che li interfaccia con tutte le famiglie in difficoltà che segnala il comune.
In.con.tra, confidando soltanto nello spirito volontaristico e solidale della gente può finalmente comunicare meglio con le istituzioni che spesso invece latitano come presenza attiva. L'assessore Fanelli, nella conferenza stampa, dice che la provincia sta intavolando un discorso sulle questioni sociali per dare visibilità ad associazioni come In.con.tra che hanno un costante bisogno maggior sostegno. Fanelli continua dicendo che le istituzioni faranno il possibile per stare vicini all'associazione e collaborare magari anche in prima persona anche in questo periodo in cui la finanziaria non dà alcun contributo.
Nel successivo intervento la Signora Lallone, dirigente dei servizi sociali, ha confermato che poco alla volta sta nascendo un rapporto costante con le organizzazioni per migliorare i servizi sociali. Si sta creando un lavoro di rete che integri pubblico, privato e sociale. L'obiettivo è di creare un lavoro continuativo. La signora Lallone fa sapere che sta per partire , infatti, un progetto "Solidarities-bus" che permette alle associazioni di avere degli automezzi refrigerati per poter operare al meglio il loro servizio. Con questo progetto si coinvolgono anche i privati che su questi autoveicoli avranno l'opportunità di inserire spazi pubblicitari.
E' possibile creare una vera e propria macchina solidale e l'associazione In.con.tra. ne è un esempio: i suoi volontari iscritti (circa 45) collaborano con altri che aderiscono liberamente in un lavoro di distribuzione e di cucina. Sono molte, infatti, le famiglie che quotidianamente accettano l'invito di cucinare un primo o un secondo che con l'organizzazione dei volontari viene distribuito solitamente alla stazione o alla tendopoli.
Con l'iniziativa "Aperti per ferie" si cerca di coinvolgere tutte le istituzioni di qualsiasi colore politico, proprio perchè quando si parla di solidarietà i partiti vanno assolutamente messi in secondo piano. Quello che è ben più valoroso è l'apporto che viene dato ai tanti senza fissa dimora che spesso diventano solo problema delle associazioni, senza comprendere che esse hanno bisogno delle istituzioni. Le associazioni devono gestire tante piccole realtà che ogni senza fissa dimora rappresenta: dall'anziano vagabondo, all'extra-comunitario, al semplice accattone di strada. Per questo In.con.tra è da definirsi un vero punto d'incontro pluralistico di tradizione, cultura, religione che non è sempre facile gestire.
La conferenza stampa si è rivelato un momento non di gratificazione per In.con.tra ma di invito: quello che preme maggiormente ai volontari è che i massmedia provvedano a far conoscere a tutti l'evento, che se ne parli nel corso del mese e si coinvolgano tutte le persone che desiderano dare una mano!
Gianni Macina esorta tutti coloro che nonostante le vacanze rimangono in città e che piuttosto che stare rinchiusi in casa sotto l'aria condizionata possano dare parte del loro tempo per 2 o tre ore del pomeriggio!
I volontari che desiderano collaborare possono presentarsi alle 18 alla parrocchia del Pre.Mo Sangue in San Rocco in via Putignani 237 a Bari.

Nel seguente link c'è la pagina di dell'Associazione In.con.tra su Facebook con i contatti utili dell'associazione: