giovedì 18 ottobre 2012

FESTA DI SAN GASPARE DEL BUFALO!


20-21 ottobre 2012: Riprende l'anno pastorale, riprendono le attività, si rinnova l'appuntamento per l'ottobre missionario in parrocchia. Stand dei gruppi parrocchiali, eventi e momenti di convivialità per ricordare il fondatore dei Missionari e ricordarci così in Colui che crediamo o no? Non mancate quest'anno più che mai. Ecco il programma:

Triduo in preparazione alla Festa
Giovedì 18 ottobre 2012
ore 18.30: Coroncina del Preziosissimo Sangue
ore 19: Santa Messa
Nel pomeriggio: inaugurazione della “pesca missionaria” nei locali di via Sagarriga Visconti 57

Venerdì 19 ottobre 2012
ore 18.30: Coroncina del Preziosissimo Sangue
ore 19: Santa Messa
ore 20: Adorazione Eucaristica Comunitaria al SS. Corpo e Sangue di Cristo

Sabato 20 ottobre 2012
ore 18: Inaugurazione della 6° FIERA MISSIONARIA con tema: «CREDO: AIUTA LA MIA INCREDULITA’» con esposizione di stand informativi sulle attività e opere dei gruppi parrocchiali. Serata di convivialità
ore 18.30: Coroncina del Preziosissimo Sangue
ore 19: Santa Messa prefestiva
ore 20.30: Musiche e danze dal mondo a cura del Gruppo “FABULAMUNDI” di Putignano

Solennità Liturgica di San Gaspare del Bufalo
Domenica 21 ottobre 2012
ore 10: In piazza Risorgimento Solenne Celebrazione Eucaristica con processione della statua di San Gaspare per le strade del quartiere
ore 11: Nel cortile parrocchiale, breve momento d’animazione per bambini e ragazzi con l’equipe degli animatori del Grest
ore 18.30: Coroncina del Preziosissimo Sangue
L’orario delle altre Messe festive sarà: 8 – 11 -12.15 – 19
ore 20: Esibizione del gruppo Danza con coreografie di Katia Laguaragnella

Durante i giorni della festa negli stand i gruppi parrocchiali distribuiranno materiale informativo e proporranno attività e prodotti artigianali per sostenere l'attività deii Missionari. Grazie a:
GRUPPO GIOVANISSIMI AGAPE E ACR
GRUPPO FAMIGLIA DON PIETRO MERCURIO
GRUPPO DI CATECHISMO
GRUPPO SCOUT BARI 12
GRUPPO GIOVANI
GRUPPO FRATRES
PIA UNIONE DEL PREZ.MO SANGUE

lunedì 27 agosto 2012

Mamurras, AAA: Albania, Amicizia, Amore


Dal 12 al 18 agosto i Missionari del Preziosissimo Sangue e le Adoratrici del Sangue di Cristo hanno guidato un campo lavoro per i giovani in Albania a Mamurras, un villaggio in cui le suore agiscono per testimoniare la pace e la dignità da anni. Per i giovani provenienti da differenti zone d'Italia è stata un'occasione di crescita, condivisione e riscoperta dell'Amore. Per non relegare soltanto ad un'"esperienza" i giorni vissuti dall'altra parte dell'Adriatico,  in questa sezione iniziamo a raccogliere le loro testimonianze per continuare a dar senso alla bellezza di cui per una settimana sono stati co-autori.



Sentirsi piccoli…

di Cristina Cirillo
L’unica cosa certa di questo viaggio erano i miei biglietti per il treno andata e ritorno acquistati 2 mesi prima, il resto era un’incognita!
Partire da sola per un campo lavoro in Albania, che pazzia, ma non potevo trovare un modo migliore per trascorrere le mie vacanze dopo un anno faticoso?
Invece no il Signore mi chiamava a fare questa esperienza perché il mio mulino era pieno di crepe, dalle quali fuoriusciva tutto il grano che invano macinavo.
La mia valigia era composta solo di cose essenziali e utili, niente trucchi, per non mascherare il mio vero modo di essere,il peso di quella valigia era il peso di un anno pastorale duro, che aveva indurito anche il mio cuore facendomi promettere che una volta tornata a casa, avrei mollato tutto per avere un anno di pausa, pausa dagli impegni parrocchiali che a volte sembravano pesare come macigni.
Il Signore però sa come parlare al cuore di ogni suo figlio e dopo le prime due sere nelle quali nessuno riusciva a convincermi, c’è stata una testimonianza e una visita che mi hanno fatto sentire piccola insieme ai miei problemi/scuse, che usavo per scappare, e ti metti a pensare … più pensi e più capisci che se quelle persone non si sono fermate davanti alle sofferenze e le torture  della guerra, come puoi fermarti tu, che a confronto problemi non ne hai.
Da quel momento le ferite del mulino diventano feritoie …
Il grano che macini resta li, non scappa, perché c’è chi con il suo amore, rimargina le crepe un po’ alla volta!
E’ tanto il lavoro che ancora c’è da fare, ma è tanta anche la voglia di farlo, partendo dal perdonare sinceramente, dal considerarsi fratelli anche nei momenti in cui ti senti tradito.
L’Albania mi ha dato la Forza di non fermarmi mai davanti alle apparenze, la forza di continuare nonostante le avversità, la forza che vedevo in quelle donne che ogni giorno devono combattere con una mentalità arretrata,la forza dei bambini che si divertono e sono felici con niente, che ti abbracciano quando ti vedono in difficoltà, che ti capiscono senza che tu gli dica nulla.
L’unica cosa che resta da fare è chiedere grazie, al Signore in primis, a tutti quelli che mi hanno accompagnato in questo viaggio, ma grazie soprattutto a tutti coloro che ancora non credono all’utilità di quello che ho fatto perché mi danno la possibilità di dimostrargli ogni giorno che rispondere all’amore con amore si può!





L' uomo è responsabile della storia, della sua storia.
“Credere è riconoscere che la creazione non è terminata 
e che noi ne siamo responsabili” Lévinas.

di Silvia Mimmotti
Là dove non arriva Dio da solo, chiede a noi di arrivare con le nostre mani, con i nostri piedi, con la 
nostra bocca, con i nostri occhi. “Ma tu dov'è che vai? In Albania?!?!” questo messaggio mi è arrivato la sera prima di partire. Il mio amico scherzava, ormai da mesi sapeva che sarei partita ma, come il mio cervello, anche lui e chiunque veniva a sapere della mia decisione, mi ripeteva la medesima domanda..accompagnata a quella simpatica smorfia di stupore che fa aprire leggermente la bocca e sgranare un pochetto gli occhi. Non ho voluto pensare troppo nei giorni precedenti alla partenza in traghetto perché, appena  lasciavo spazio a questo pensiero, mi riempivo di paure e sciocchi ripensamenti. Così, eccomi il 12 agosto carica di zaino e valigia, scendere al porto di Durazzo. Pochissime le persone che conoscevo ma davvero tante le vite che, nei giorni successivi, ho avuto la fortuna di incrociare e conoscere. Sono stati 10 lunghi e ricchissimi giorni che nascevano con una preghiera, danzavano dietro all'inno  “Rispondere all'amore..si può!” quando ancora i nostri occhi sognavano le 24 ore precedenti e  iniziavano a domandarsi su cosa si sarebbero posati nelle ore successive. Si accendevano poi con il  sorriso di 40 bambini che gioivano nello stringerti la mano semplicemente perché avevi deciso di passare la mattinata a giocare con loro. Dopo il pranzo ristoratore, riprendevamo con la gustosa “pausa caffè” per rimboccarci le maniche per svolgere le varie attività del pomeriggio, sia quelle di riflessione che quelle di lavoro. La serata invece si concludeva solitamente con una preghiera ricordando le belle emozioni vissute durante la giornata, oppure con giochi tra noi o chiacchierate fino a che la luna non cominciava a tramontare e le nostre palpebre a cedere... tanta era la voglia di scoprirci, crescere e confrontarsi l'un l'altro! Svolgendo le classiche attività come occuparsi del refettorio o pulire i bagni, quelle più complicate come organizzare l'animazione per i bambini o zappare o pulire le “fogne” o pitturare, fino a quelle più profonde e belle come convivere con altri 40 ragazzi o vivere il silenzio, ci hanno permesso di metterci alla prova, riflettere su noi stessi, riconoscere i nostri talenti come le nostre difficoltà, servire là dove era necessario, riconoscere e aiutare il nostro prossimo, capire e affrontare le nostre ferite più profonde, rimetterci in discussione, perdonare e perdonarci. Ed ecco quel terremoto dentro, iniziato con una leggera vibrazione, che ha preso tutto il corpo..la testa con i suoi pensieri..ed è andato a creare le sue faglie là dove batte il cuore. Ora, la sfida più grande: portarsi a casa tutto questo, ciò che ho imparato! Non posso inserirmi nella solita routine come se nulla fosse, come se non avessi vissuto niente o se quella fosse stata solo una delle tante esperienze che vanno a incastonarsi nell'album dei miei ricordi. Ho visto ancora una volta che “rispondere all'Amore con l'Amore si può”. Ho il cuore gonfio di ogni emozione e gioia. Ogni giorno ho lasciato un pezzetto di me in quel Paese..ogni ora, rubavo un pezzetto di sorrisi, sguardi, abbracci, lacrime, parole, gesti di quel Paese e di ognuno dei miei fantastici compagni di viaggio così diversi tra loro ma così interessanti. GRAZIE A TUTTI, ad alcune persone speciali in particolare!!







“DOVE NON C’E' AMORE, METTI AMORE E TROVERAI L’AMORE”


di Sara Agostinelli
Ho aspettato qualche giorno per scrivere di quella che è stata una delle esperienze più belle della mia vita. Ho aspettato perché non volevo lasciare tutte quelle parole, frutto dell'euforia, allo sbaraglio, lo so… avrebbero comunque riportato ciò che è stato, ma l'avrebbero urlato non rispettando chi, magari, ha solo bisogno di una parola sussurrata per comprendere tutto.
Sono partita con l'intento di rafforzare me stessa, il mio carattere, stando a contatto e condividendo situazioni di disagio, la mia idea era di mettere i piedi a terra, guardare in basso, lavorare per aiutare e rialzare lo sguardo, tornando a fissare le persone negli occhi senza paura; ma le mie aspettative erano abbastanza errate.
È vero abbiamo sudato guardando la terra che dovevamo ripulire e togliendo strati su strati di vernice, abbiamo danzato, giocato e sorriso con i bambini che ci aspettavano fuori dai cancelli desiderosi solamente di passare qualche ora insieme tra loro ed insieme a noi. Ma ciò che pensavo di ottenere attraverso la sofferenza “fisica” è giunto da un posto totalmente inaspettato: il cuore.
Già perché “rispondere all’amore con amore si può!”, era questo lo slogan ripetuto centinaia di volte in una settimana che, all’inizio ripetevo così senza pensare realmente a ciò che stavo dicendo, poi col passare dei giorni mi è entrato dentro senza neanche accorgermene e mi ha permesso di fare cose che non avrei mai pensato.
Era un mix speciale il nostro gruppo: atei, credenti in lotta con la chiesa, credenti alla ricerca e credenti convinti, alcuni dei quali hanno donato o stanno per donare la loro intera esistenza a Gesù; insomma persone molto diverse si sono incontrate, scontrate, hanno condiviso idee, ideologie, modi di vivere la fede e non, in fondo ricercando quell’amore, di cui tanto si parlava, nell’altro. Ma alla fine, per chi crede, è nell’altro che tu incontri Dio, è nel fratello che abbracci in un momento di difficoltà o nelle risate che si fanno insieme durante i gavettoni di mezzanotte che veramente si manifesta tutto l’Amore che Gesù prova per noi. Sono quelle forze a cui molto difficilmente riesci a resistere e quindi ti prendono e ti capovolgono, ti fanno analizzare in silenzio le cose di te che nella vita di tutti i giorni ricopri con gli impegni, le urla, i rumori, ti aprono all’ascolto dell’altro e ti metti in discussione.
Come ne sono uscita? Tremendamente confusa, ma piena! So che con queste righe riporto solo una minima parte di ciò che è stato per me, ci vorrà ancora del tempo per metabolizzare bene tutte le emozioni, i sorrisi, i pianti di questi 10 giorni e sarà dura assolvere al vero compito che ci è stato dato quel sabato con Don Benedetto ai nostri piedi, “perché come ho fatto io, facciate anche voi” (Gv 13,15), ma una cosa la so: è grazie alle parole, i gesti e gli sguardi delle persone speciali che ho incontrato in questi giorni e dell’Amore che abbiamo smosso insieme, che ora provo di nuovo a guardare negli occhi chi mi sta di fronte, faleminderit!



LASCIATI TRASPORTARE. 
NON AVER PAURA!

di Miriam Isgrò

Ci sono dei momenti nella vita di tutti noi in cui comprendi che ciò che è stato non sarà più. Questo semplice pensiero shocca, paralizza. Ognuno di noi reagisce in modo diverso ai dolori della vita: per me la rinascita non era contemplata. Non me lo potevo permettere, non ne ero degna. Poi un giorno ti arriva un invito, un richiamo: “che mulino 6?”. Ti poni domande, cerchi risposte. Non le trovi, però la domanda rimane latente nella tua mente. Senza pensarci, fai la valigia e parti. Da qui comincia un’avventura, di quelle meravigliose… proprio perché inaspettate. Incontri volti mai visti, sei diffidente. Hai ancora tutte le tue maschere. Ma c’è poco da fare, quando incontri persone straordinarie, le barriere cadono. La positività delle persone ti travolge e tu non puoi far altro che dire a te stessa: “lasciati trasportare. Non aver paura”. E così è stato. La paura e il dolore sono fedeli compagne, ti tengono stretta, ti proteggono, ma soprattutto ti giustificano. A te paradossamente piace, perché si forma una lastra di cristallo tra te e il mondo…non sento e non vedo. Nessuno può rompere ciò che viene costruito dall’interno. Nessuno, tranne l’amore. Di quello pulito, illuminate. E con l’amore viene il perdono. Ti perdoni per ciò che avresti voluto fare, per ciò che non hanno saputo fare, per ciò che hai perso. E cominci a guardare tutto quello che ti è stato tolto, ma soprattutto tutto quello che ti è stato dato…ed è in questo momento che ti spunta il sorriso. Che questo sorriso possa illuminare sempre le vite di ciascuno di noi, memori sempre che esistono infiniti motivi per continuare a farlo.

martedì 31 luglio 2012

AD AGOSTO IN.CON.TRA. E’ “APERTO PER FERIE”


Per tutto il mese vacanziero l’associazione di volontariato distribuirà la cena ai senza fissa dimora della città, nella parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco. 


La nuova unità di strada di IN.CON.TRA.
Ad agosto ci pensa In.Con.Tra. l’associazione di volontariato per il sostegno dei senza fissa dimora. In realtà ci pensa già per tutto l’anno, e con assidua presenza sul territorio barese, ai bisognosi che vagano per la città soprattutto nei pressi della stazione; mentre tutti vanno in vacanza e anche il volontariato, quest’associazione, invece è sempre presente, anzi più attiva che mai.  Oggi è stata presentata, per il secondo anno consecutivo, presso la parrocchia del Preziosissimo Sangue in Rocco di Bari, l’iniziativa “Aperti per ferie”: da domani 1° agosto e fino alla fine del mese tutti i giorni,  i locali della parrocchia saranno predisposti per garantire la cena ai senza fissa dimora. E si prevedono 200 coperti giornalieri, circa 8000 pasti in tutto il mese.
“Aperti per ferie” si inserisce nel periodo estivo in cui molte strutture caritative della città non sono operative e si prevede, quindi, che numerosi bisognosi convoglieranno ogni sera nella parrocchia del quartiere Libertà: per coprire quest’enorme quantità di pasti che verrà distribuita giornalmente c’è una grande macchina associativa tra volontariato e istituzioni che come afferma Gianni Macina, presidente dell’associazione In.Con.Tra. :“E’ fondamentale mantengano un dialogo attivo per creare sempre più ponti a livello associativo. L’obiettivo dell’associazione non è esclusivamente garantire un pasto o quando è inverno semplicemente distribuire una coperta, ma attraverso questi servizi di primaria necessità si vuole arrivare ad avvicinare la persona, sostenerla, darle delle informazioni e soprattutto risollevare la sua dignità”. Gianni Macina fa sapere che “in estate, nel mese di agosto, il servizio per i senza fissa dimora, oltre che dalla sua associazione, sarà garantito anche dal Caps (in Corso Italia 81) che servirà i pranzi estivi anche la domenica e i festivi”. Un bell’esempio di collaborazione.
I volontari continuano il loro servizio quotidianamente anche con l’emergenza caldo: grazie ad alcune catene di supermercati che hanno donato migliaia di bottiglie, sin dalla metà di luglio è in corso la distribuzione di acqua fresca durante il primo pomeriggio davanti all’ingresso della ferrovia Bari Nord. In questo modo si possono informare tutte le persone che si incontrano, in particolar modo gli anziani dell’esistenza di numeri verdi di emergenza del Pronto Intervento Sociale che è a disposizione per i bisognosi.
Gianni Macina, durante la conferenza stampa di questa mattina ringrazia l’azienda Ladisa con la quale è stata firmata una convenzione per il recupero del cibo che non può essere consumato e che per quanto riguarda l’iniziativa estiva donerà i pasti. Il presidente di In. Con. Tra. però sottolinea quanto sia importante lo spirito caritativo e anonimo delle famiglie che collaborano attorno all’associazione o quanto valorosa sia la generosità della gente per esempio di una famiglia che provvederà quotidianamente alla distribuzione della fretta o ancora alla donazione della famiglia Goffredo per l’acquisto di un furgone  che renderà più efficace  il lavoro dei volontari con questa unità di strada. Sì perché l’unità di strada è l’altra bella notizia di In.Con.Tra.: un furgone allestito a norma per il trasporto degli alimenti grazie all’unione del Rotary Club e della Provincia. Il primo ha provveduto alle spese per l’allestimento, il secondo si occuperà delle spese per l’aggiunta della cella frigorifera. Il furgone è il simbolo che tante diverse realtà possono realizzare e facilitare un servizio per il bene della persona.
In.Con. Tra, infatti, è un’associazione che ha sempre scelto di chiedere aiuti materiali (cibo, vestiti, coperte) piuttosto che monetari e conta sull’aiuto come in questo caso è successo del Rotary che ha pagato direttamente la fattura dell’allestimento del furgone. E anche per “Aperti per ferie” invita chiunque desideri donare del suo tempo libero per offrirlo come servizio caritativo.
L’associazione vuole essere un tramite tra i cittadini e non a caso l’assessore comunale Abbaticchio nel suo intervento evidenzia: “La serietà e la compostezza del lavoro, come questa associazione, è fondamentale soprattutto nel sociale. Proprio per l’aumento della povertà relativa a Bari (si stima il 13%, 32000 persone) è richiesta una maggior rete istituzionale che incrementi un sistema integrato per il povero. Questo incomincia ad esistere, ma la base per quel dialogo fra le parti deve anche essere un momento educativo per tutti i cittadini”. Anche l’assessore della Provincia Perrelli parla di dialogo: “Ci sono progetti insieme al comune per intervenire sempre meglio verso le persone più esposte e non solo durante le grandi emergenze. Da qualche tempo si sta incanalando un percorso per sopperire alle immediate necessità. Il dialogo è importante perché c’è una solidarietà costante e quotidiana che è molto diffusa e che invece andrebbe rilevata”.Ci si deve riappropriare dei propri ruoli -dice l’altro assessore provinciale Quarto- per poter ridare dignità alla gente. A volte poi si può fare qualcosa di serio a partire da un’idea comune”. Poi l’assessore Quarto si rivolge alla stampa affinchè svolga il suo ruolo nell’informare nel tempo dovuto di proposte come quelle di In.Con.Tra. e non dopo. Sarebbe un modo veloce e coerente di avvicinare anche altra gente alla realizzazione di progetti e iniziative come quella che parte domani alla parrocchia Preziosissimo Sangue in San Rocco.
Per chi desidera attivarsi e aiutare l’ingresso della parrocchia è: via Putignani 237; mentre il numero telefonico del presidente di In.Con.Tra. Gianni Macina è: 3385345870.

mercoledì 6 giugno 2012

DAL 18 AL 30 GIUGNO, DALLE 16 ALLE 20 PER TUTTI I BAMBINI E RAGAZZI. MR CHARLIE VI CHIAMA PER INTRAPRENDERE CON LUI IL RIGIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI! SPICCA IL VOLO CON NOI!!!!

martedì 5 giugno 2012

GIOVANI: SULLA CRESTA DELL'INFORMAZIONE


E’ una gran parola “Giovane” di questi tempi. Piena di attualità e di problematiche. Ci si sofferma a parlare del lavoro e immediatamente la questione rimbalza sulle prospettive che la nuove generazioni, piene di titoli e attestati, rischiano di non avere; si dibatte dell’istruzione e del valore della legalità e per svariati e misteriosi motivi, vengono colpiti proprio quei luoghi in cui si tenta di formare il futuro: il viscido attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi in cui ha perso la vita una giovane adolescente Melissa e ancora, confermando quasi il clima surriscaldato, non esclusivamente legato alla crisi economica, si sentono piombare notizie di allarmi bomba all’università di Bari, su uno sfondo terroristico che sembra riapparire all’orizzonte. Si affronta l’argomento dell’educazione e della cultura come fondamenta per una società nuova e i giovani sono il primo bersaglio (per alcuni) sostenendo tesi per le quali non siano capaci di comunicare, dialogare, ma sono chiusi, magari davanti ad un monitor a chattare; oppure quando danno maggior spicco all’apparenza che lascia intravedere della superficialità, suscitando commenti, anch’essi superficiali, circa le manifestazioni degli indignados del mondo, per esempio.
Ormai, il giovane viene coinvolto come “argomento”, con tesi opinabili e allo stesso non false. La realtà che viviamo è talmente ampia, complessa, ardua che amplifica anche temporalmente il concetto di “giovane” non comprendendo fino a che età si possa parlare di giovinezza. Anche questo rientra nella confusione generale. Un giovane, magari laureato e senza lavoro, infatti, non riesce più a riconoscersi a quale fascia sociale prende parte. E non allontanandoci molto dal contesto parrocchiale lo si può evincere anche dalla formazione dei gruppi: giovani, giovani-adulti, adulti-giovani?
Insomma sembra che anche nelle comunità potrebbe nascondersi lo “smarrimento di appartenenza”, soprattutto per le tematiche da affrontare, che proprio per gli stili di vita odierni diventano necessità. Sicuramente il giovane è libero di sentirsi tale quando vuole; in questa categoria che potrebbe andare dall’adolescente all’ultra ...enne, però, in ogni fascia di cui è contraddistinta, è opportuno che ognuno singolarmente prenda una decisione di principio e di responsabilità. Anche il ragazzino che si affaccia al mondo.  In un contesto dove si può scegliere tra infinite possibilità, seguire svariate strade è la gioventù stessa che deve prendere una posizione. Il limite è proprio la paura di scegliere perché si potrebbe uscire dal mondo ovattato in cui tendono a vivere. Tanti sono gli input, le domande e le richieste di mettersi in prima fila per ridimensionare il contesto sociale. I giovani devono rispondere. Hanno un grandissimo potenziale per dimostrare i loro talenti, non quelli della tv, ma quelli delle relazioni autentiche, della creatività, della partecipazione. Ma prima devono credere. Devono essere consapevoli di quello cui sono circondati per essere operativi verso il bene. E’ opportuno che i giovani urlino i loro pensieri, dicano la loro concreta posizione senza il timore del giudizio o dell’errore che fa parte dell’età.
Sono i giovani che devono prendere coscienza delle loro potenzialità, invece di rimanere nel limbo. Ci sono tutti gli strumenti disponibili: rapportandoci al servizio, il Grest, l’animazione estiva parrocchiale prevista a giugno per tutti i ragazzi, è un modo per risvegliare l’ambiente circostante soprattutto degli adolescenti. I giovani lasciano sempre in sospeso la loro risposta e in realtà c’è bisogno di loro. Altrimenti poi, perché si lamentano e criticano il sistema se loro stessi non hanno contribuito a migliorarlo. Nonostante le offerte della società, la via da seguire è quella di ritornare alla strada, ai luoghi veri d’incontro, isole di comunicazione e azione. Perché essere titubanti nell’incrociare sguardi veri, condividere gli stessi spazi?
Molti giovani conservano esperienze da tramandare nel presente stesso! Perché non basta esserci, ma dare la propria impronta. Alla Giornata Diocesana della Gioventù dello scorso maggio a Capurso, alla presenza di numerose realtà giovanili, l’arcivescovo Cacucci ha sollecitato, sperando che tutti i presenti l’abbiano avvertita come tale: E' fin troppo evidente che siete silenti nella società, è che probabilmente la preoccupazione del vostro silenzio può trovare sbocchi diversi. E se la vostra presenza alla Giornata mondiale della Gioventù, alle veglie che viviamo in diocesi ai raduni più diversi, la vostra presenza è tutt'altro che non significativa, è necessario che la vostra presenza concreta viva sia reale anche nella Chiesa. Per troppo tempo, voi, carissimi giovani, siete stati silenti anche nei momenti di decisione anche nelle comunità!”


giovedì 23 febbraio 2012


SABATO 25 FEBRRAIO 2012, PER TUTTA LA GIORNATA, IN VIA SPARANO IL MOVIMENTO PER LA PACE PAX CHRISTI ADERISCE ALLA

GIORNATA NAZIONALE CONTRO L'ACQUISTO DEI CACCIABOMBARDIERI F-35 DA PARTE DEL GOVERNO. 

PAX CHRISTI RACCOGLIERA' LE FIRME DEI CITTADINI CHE VOGLIONO DIRE NO A QUESTO SPRECO DI SOLDI CHE ANDREBBERO INVESTITI PER CREARE VITA E NON MORTE!
OCCORRE CHE UN GRAN NUMERO DI PERSONE ADERISCA ALL'INIZIATIVA. ULTERIORI INFORMAZIONI CIRCA GLI F-35, LEGGETE QUI SOTTO:



Premesso che:
il nostro Paese sta attraversando una gravissima crisi finanziaria ed economica che sta provocando un forte aumento della povertà, della disoccupazione, del disagio e dell’insicurezza sociale i cui segni sono già ben visibili sul nostro territorio;
negli ultimi anni è stata realizzata una drastica riduzione della spesa pubblica e in particolare dei fondi a disposizione in settori di vitale importanza per i cittadini come la sanità e l’istruzione; i fondi nazionali a carattere sociale (fondo politiche sociali, fondo per la non autosufficienza, fondo per i giovani,…) sono passati da 1,594 miliardi del 2007 a 193 milioni di euro del 2012;
i tagli agli Enti Locali e alle Regioni nel periodo 2011-2013 superano i 33 miliardi di euro e hanno compromesso la loro capacità di fornire risposte concrete ed efficaci alle necessità fondamentali dei cittadini e delle famiglie;
considerato che negli ultimi decenni i problemi della sicurezza economica, sociale e ambientale hanno assunto una posizione prioritaria rispetto a quelli della difesa militare e che gli stati hanno sempre più difficoltà ad assicurare la necessaria coesione sociale ed economica e quindi a mantenere la pace interna;
ricordando che l’ONU e l’Unione Europea sono da tempo impegnati ad ampliare la dimensione umana del concetto di pace e sicurezza includendovi il benessere economico, stabilità politica, democrazia, sviluppo, pace sociale, diritti umani e bisogni primari quali educazione, salute, alimentazione, alloggio;
considerato che l’Italia aveva previsto nel 2002 di acquistare 131 cacciabombardieri F35 denominati Joint Strike Fighter (JSF) per un costo di circa 15 miliardi di euro a cui si deve sommare un costo d’uso e di manutenzione valutato in oltre 40 miliardi di euro;
considerato che si tratta di un’arma da guerra con capacità di trasporto di ordigni nucleari palesemente in contrasto sia con l’articolo 11 della Costituzione italiana che con la Carta dell’Onu e che le missioni di pace previste dalle Nazioni Unite escludono l’impiego di simili ordigni distruttivi;
considerato che, anche secondo il Pentagono, l’aereo deve ancora risolvere numerosi problemi tecnici mentre continuano a lievitare i suoi costi e che le ricadute occupazionali in Italia sono alquanto basse e incerte;
considerato che una recente ricerca dell’Università del Massachusetts ha calcolato che se investiamo un miliardo di dollari nella difesa abbiamo 11.000 nuovi posti di lavoro, 17.000 se lo impegniamo nelle energie rinnovabili e 29.000 se andasse nel settore dell’educazione;
considerato che diverse nazioni partner del progetto JSF stanno rivedendo i loro programmi di acquisto anche rinviandoli nel tempo;
ricordando che se l’Italia si ritira dal suddetto progetto non deve pagare nessuna penale;
considerato che il nostro Paese già spenderà nel 2012 oltre 23 miliardi di euro per la Difesa, collocandosi, secondo la classifica del SIPRI al decimo posto al mondo per spese militari (anno 2010);
ricordando l’appello lanciato dalla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli del 25 settembre 2011 alla quale hanno partecipato oltre duecentomila persone;
preso atto delle proposte avanzate da numerose organizzazioni della società civile e in particolare dalla Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della Pace che invitano a ridurre le spese militari come sta succedendo in tutti i paesi occidentali;

chiede al Parlamento e al Governo

di non procedere all’acquisto del cacciabombardiere F35 destinando i soldi risparmiati al rilancio e allo sviluppo del Paese;
di procedere ad una rapida revisione e riduzione complessiva della spesa militare ridefinendo altresì, in modo aperto e democratico, una nuova politica di sicurezza e una rinnovata politica estera italiana ed europea coerenti con il dettato della nostra Costituzione e la Carta delle Nazioni Unite.

Inoltre, chiede al Servizio Pubblico Radiotelevisivo (Rai)
di promuovere finalmente una discussione aperta e trasparente sulle spese militari, il bilancio della Difesa e la riforma del nostro sistema di sicurezza in modo da consentire a tutti gli italiani di decidere in modo responsabile.

Infine decide

di collaborare con il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani per rafforzare l’impegno degli Enti Locali per il disarmo e la sicurezza umana.


La presente mozione viene inviata al Presidente del Consiglio, ai Presidenti e capigruppo di Camera e Senato nonché al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e alla Campagna “Taglia le ali alle armi”.


Un bidone della spazzatura occupa lo scivolo per i disabili

Da circa una settimana rende vano l'utilizzo dello scivolo. Quando verrà tolto da lì?


Gli scivoli per permettere un passaggio efficace alle carrozzella dei disabili puntualmente occupati dalle automobili in sosta a Bari ormai non fanno più scoop. Sembra inevitabile che nove scivoli su dieci non debbano essere lasciati liberi all’ accesso. In tal modo si costringe la carrozzella ed effettuare manovre scomode.
Non è uno scoop, ma questo segno di inciviltà va denunciato sempre: prima di accertarmi per la stesura di questa notizia stamattina mi sono recato nuovamente al posto incriminato con la speranza che lo scenario (soprattutto per uno scivolo occupato da un bidone della spazzatura) visto esattamente lo scorso giovedì 16 febbraio, a distanza di una settimana circa, fosse cambiato. Ma niente da fare.
Il bidone è situato tra via Abate Gimma e via S.Visconti
La scorsa settimana, infatti, rincasando, intorno alle 22.30, ho incontrato un mio amico fermo sulla strada tra via Calefati e via. S. Visconti (in centro città) in attesa che arrivasse una pattuglia della polizia municipale a cui aveva segnalato la sosta delle auto su tutti gli scivoli presenti agli angoli delle strade vicine. Incontrandolo, il mio amico mi ha fatto notare che tutti gli scivoli presenti tra via Calefati e via S.Visconti e quest’ultima con via Abate Gimma erano occupati dalle automobili. Nella zona si ne trovano ben 7. E tutti bloccati. Inoltre, le auto non sembravano ferme in sosta temporanea, magari con le frecce lampeggianti accese o un conducente alla guida pronto a lasciar libero i passaggi (solo per una divagazione tollerante). Piuttosto erano parcheggiate come un posto auto qualsiasi.
A stupire me e soprattutto il mio amico che attendeva l’arrivo della polizia municipale già da 15-20 minuti non erano solo queste automobili “incivili”. Lo scivolo che si trovava tra via S.Visconti e via Abate Gimma, nei pressi di un negozio di antiquariato era occupato nel centro preciso dell’accesso da un bidone della spazzatura contornato da numerosi cartoni che i negozi lasciano a fine giornata lavorativa. Insomma tutto la zona dello scivolo era occupata da immondizia. Certamente i nuovi scivoli progettati dal Comune tolgono spazio ai posti auto, ma occorre anche un buon senso cittadino a lasciar libero quell’accesso. Se poi ci si mette anche un bidone della spazzatura, allora per le carrozzelle è un’avventura camminare per Bari. Gli operatori dell’Amiu, se proprio andavano di fretta, potevano posizionarlo anche qualche metro prima dello scivolo, no?
Nonostante la segnalazione del mio amico alla “municipale” che aveva rassicurato il più presto possibile di giungere in zona, all’angolo opposto dello scivolo occupato dal bidone sostava l’auto dei carabinieri i quali chiacchieravano con altra gente, senza accorgersi dell’ingorgo creato sugli scivoli (ed il mio amico vedendoli arrivare ha fatto notare la situazione).
Avrei dovuto scrivere questa notizia il giorno seguente a quella serata. Invece sono costretto ad appuntare, a distanza di una settimana, ancora la presenza del bidone della spazzatura su quello scivolo. Evidentemente i richiami del mio amico non sono serviti a nulla. Come al solito.
Al di là del mio ritardo nella pubblicazione di questa denuncia….quando l’Amiu, il Comune o chi per esso, toglierà quel muro bianco e azzurro dallo scivolo dei disabili?
Lo ricordo: è situato nei pressi di un negozio di antiquariato all’angolo tra via S.Visconti e via Abate Gimma.


Luigi Laguaragnella

domenica 8 gennaio 2012

La solidarietà infangata dal Corriere del Mezzogiorno

ALCUNI GIORNALISTI...CI HANNO ROTTO LE SCATOLE...

Nel giorno dell'Epifania il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo basato su pregiudizi e infondatezze, che merita di essere gettato tra i cartoni. Una foto a dei cartoni di Aiuti Ue, infatti, denunciava un ipotetico traffico di alimenti che invece di essere destinati agli indigenti era gestito illegalmente dalla chiesa (così è citata nell'articolo) o dalle salumerie vicine. Beh la redazione del Corriere ha messo su un' autentica farsa che va a ledere l'onesta dei volontari della Parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco e anche di quei commercianti che lavorano onestamente. Con quest'accusa gratuita chi viene leso nell'immagine è chi fa della gratuità del tempo verso il prossimo uno stile di vita. Comunque questa è la menzogna scritta dal Corriere non si comprende a quale fine: 


E questa è la risposta a nome della Parrocchia e dei volontari che trascorrono il loro tempo a servizio degli altri:

Non tutto può essere creato per fare notizia. E ci sono notizie da buttare nella spazzatura. Proprio quella spazzatura che ha lasciato insinuare enormi falsità alla redazione del Corriere del Mezzogiorno di Bari. Prima di scrivere determinati articoli come quello intitolato “Scatole di aiuti umanitari per strada. E’ giallo: indaga la guardia di Finanza” (pubblicato sul sito del Corriere del 6 gennaio 2012) soprattutto per lanciare infondate e maligne insinuazioni su coloro che davvero lavorano gratuitamente e credono nel puro volontariato, giornalisti professionisti, addetti ai lavori e fotografi dovrebbero accertarsi precisamente sulle fonti prima di stendere una notizia nero su bianco.
Avendone permessi e requisiti è richiesta loro maggior attenzione e non ansia di prestazione da scoop.
Scoop che i fatti dimostrano il contrario se solo i redattori del Corriere del Mezzogiorno si mostrassero maggiormente giornalisti sul campo. In fondo la redazione non si trova distante dalla parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco o da quel fatidico cassonetto di via S. Visconti in cui qualche giorno fa sono stati buttati cartoni con la scritta «Aiuto Ue, prodotto non commerciabile» e che il giornalista Nico Lorusso ha fotografato e Valentina Marzo ne ha scritto un articolo percependo addirittura un giallo di traffico di alimenti nelle salumerie circostanti o nella chiesa. Tutto falso e senza un solo indizio corretto.
Prima di entrare nei dettagli precisiamo quella frase scritta in grassetto proprio sul sito del Corriere: Nei giorni tra Natale e Capodanno la chiesa potrebbe aver distribuito cibo e bevande a quanti ne hanno bisogno.
Dispiace dover correggere il vostro lavoro che pure richiede se non estrema precisione, perlomeno un margine di sensibilità, ma tra Natale e Capodanno la chiesa HA distribuito cibo e bevande a quanti ne hanno bisogno.
I redattori dovrebbero informarsi maggiormente sulla presenza nel territorio del “Centro d’ascolto don Pietro Mercurio” della parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco che assiste numerose famiglie indigenti soprattutto del quartiere Libertà. In parrocchia si trova la sede In.con.tra. quella celebre associazione, ormai, che ogni sera si impegna a garantire un pasto caldo ai senza fissa dimora nei pressi della stazione. Come non lo sapete? Eppure voi giornalisti dovreste esserne a conoscenza con tutte le iniziative cittadine che In.con.tra. organizza per sensibilizzare al servizio gratuito di volontariato.
I giornalisti del Corriere dovrebbero informarsi meglio sull’operato della parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco, che forse neanche sapevano dell’esistenza, menzionandola nell’articolo solo come “chiesa”.
Eppure la parrocchia stessa in prima fila con il Centro d’ascolto, si adopera per promuovere e far conoscere le sue iniziative di solidarietà, come l’Avvento di Carità. Agisce sempre nella trasparenza per chiedere aiuto alla cittadinanza e offrire agli assistiti qualcosa di più oltre a cibi e bevande che giungono, come di consueto, dal banco alimentare. Si tratta di iniziative, tra l’altro pubblicizzate sul web e a tutta la comunità parrocchiale. Quando si dice “chi cerca trova”. Ai tempi di internet, dei giornalisti potrebbero anche smanettare meglio la rete e troverebbero utili approfondimenti.
Possono dei cartoni vuoti suscitare dubbi? Non sarebbe bastato indagare e approfondire in prima persona magari andando proprio a ricercare tra gli scaffali dei negozi dei dintorni pasta, formaggi e tutti i fantomatici alimenti con il marchio Aiuto Ue oppure rivolgendosi alla parrocchia, non distante dal cassonetto sciogliendo ogni tipo di pregiudizio?
Addirittura, da qualcuno misterioso, è stata chiamata la guardia di Finanza per indagare sull’effettiva legalità della provenienza e destinazione dei cibi. Creando i presupposti di un vero giallo, che per dispiacere di alcune testate giornalistiche, sono stati tutti smontati. In questi giorni la parrocchia ha ricevuto questi controlli per la soddisfazione (?) di questo qualcuno.
Il vero giallo è come una foto a dei cartoni vuoti posizionati vicino l’immondizia faccia scaturire fantasie giornalistiche. Il giallo è che si debba obbligatoriamente scrivere senza certezze dei fatti, sminuendo il lavoro di numerosi volontari che quotidianamente si impegnano per compensare i vari disagi sociali. Però quando si tratta di scrivere articoli sul volontariato cittadino alla presenza delle istituzioni, i giornalisti sono i primi a segnalare le parole e i meriti dei volontari. Incoerente come atteggiamento. E soprattutto non si capisce il motivo per il quale il giallo debba essere attribuito alla parrocchia.
E’ un giallo già sbiadito perché i controlli dei finanzieri tanto acclamati sono stati effettuati e nella parrocchia del Preziosissimo Sangue in San Rocco non è stato ritrovato nulla di illecito.
Questi sarebbero i cartoni del reato da cui infangare il servizio onesto di numerosi volontari?
Quei cartoni fortunatamente erano vuoti perché il contenuto è stato distribuito alle famiglie indigenti, ma sono stati riempiti da tante parole false. Certamente scrivere per il Corriere del Mezzogiorno sarà gratificante, ma richiama ad una maggior presa di responsabilità, perché non sempre il vantaggio di scrivere per quotidiani affermati debba assumere ogni notizia come oro colato.
Addirittura per costruire la notizia dei cartoni “Aiuti Ue”, oltre a ipotizzare il coinvolgimento delle salumerie e supermarket, si è voluto ricongiungere la farsa alla questione degli aiuti umanitari in Kosovo nel 1999. Dove sarebbe il filo conduttore con questi cartoni fotografati?
E poi non è  difficile associare l’effettivo utilizzo del contenuto dei cartoni vuoti depositati nei pressi di un cassonetto ubicato sulla strada di una parrocchia; collegando la realtà del contesto non dovrebbe essere complicato giungere alla conclusione che il contenuto sia stato utilizzato per un servizio di volontariato, trovandosi vicino ad una chiesa …
Sembra che qualcuno cerchi la visibilità scrivendo determinate falsità, davvero di difficile interpretazione perché non si capisce se dietro tutto ciò si nasconde qualcuno che si diverte a gettare nel ridicolo il valoroso, onesto e sobrio impegno dei volontari. Volontari, che nonostante polveroni e ipotetici casi gialli da 007, continuano e tentano di colorare la vita di molte persone, in quel silenzio che però, come è scritto nel Vangelo “il Padre che vede nel segreto ricompenserà”.


Luigi Laguaragnella


sabato 7 gennaio 2012

SABATO 14 GENNAIO 2012 ORE 17 

NEL SALONE PARROCCHIALE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE IN SAN ROCCO 
CONFERENZA SUL TEMA:


IMMIGRAZIONE ED INTEGRAZIONE
senza una degna accoglienza può esserci una degna convivenza?


Interverrà DON ANTONIO SCIORTINO 
direttore di Famiglia Cristiana ed autore del libro 
Anche voi foste stranieri





Due Italie si contrappongono a torto o a ragione. C'è chi soffia sul fuoco, alimentando paure e tensioni ... e chi capisce che una soluzione va trovata nell'accoglienza e nella legalità.
I cittadini baresi da che parte stanno?

... a questo proposito non le sarà ignoto che Bari vive un “problema” di integrazione plurietnica, il popolo barese avverte la presenza di alcune comunità africane – mauriziani, eritrei, somali, nigeriani, ormai radicatesi sul nostro territorio, come una minaccia schiacciante e dal punto di vista del lavoro (che essi sembrano sottrarci) e da quello sociale (data l’opinione comune che si tratta di gente malavitosa)... siamo una Congregazione missionaria e pertanto il taglio pastorale che diamo alla nostra comunità parrocchiale vuole essere di questo stampo, vale a dire una evangelizzazione che tenga conto della cultura e della realtà vissuta dei suoi destinatari....

TUTTI SONO VIVAMENTE INVITATI A PARTECIPARE